Sveglia presto lunedì 1 aprile per 35 preadolescenti di 3 media delle comunità di Pogliano Milanese e Vanzago. Direzione Roma.
Come ogni anno, si è infatti svolto il consueto pellegrinaggio che ha radunato circa 5000 ragazzi e ragazze della diocesi di Milano nella città eterna per professare la propria fede e per ripercorrere i passi fatti dagli apostoli Pietro e Paolo, testimoni autentici di Gesù.
Tre sono stati gli ingredienti di questa esperienza: la visita ai monumenti, le amicizie e infine le parole di Vita buona.
Sin dal primo giorno i ragazzi insieme agli educatori, ai seminaristi Marco e Andrea e don Simone hanno visitato i luoghi della Roma cristiana recandosi nel luogo del martirio di Paolo, alla sua tomba situata nella basilica di San Paolo fuori le mura e in ultimo alla basilica di San Giovanni in Laterano. Il giorno seguente invece, dopo aver celebrato in San Pietro la S. Messa presieduta dall’Arcivescovo Mario, hanno ripercorso i luoghi più significativi della Roma Antica e della nostra Repubblica Italiana. Contemplare la bellezza di questi monumenti ricchi di storia alcuni dei quali costruiti oramai 20 secoli, è sempre un’emozione unica. Tra piazze, fontane, chiese, palazzi della politica e scale non è mancata una golosa pausa a base di gelato.
Il secondo ingrediente sono state le amicizie. Vivere esperienze fuori casa è sempre un’occasione di crescita per i ragazzi. Il tanto tempo trascorso assieme, dal viaggio in pullman sino ai momenti di gioco serale, è stato propizio e opportuno per consolidare amicizie o per stringerne di nuove.
Tutto questo va però accompagnato alla luce della fede. Cogliere la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni, nelle persone che incontriamo è fondamentale. La nostra vita, infatti, è sempre animata da relazioni, da persone che ci camminano a fianco e condividono la nostra stessa strada. Riconoscere negli amici la presenza confortante del Signore aiuta a compiere passi che si fanno svelti e carichi di speranza, nonostante gli inciampi e la fatica.
Il terzo ingrediente sono le parole di vita buona che l’arcivescovo Mario e Papa Francesco hanno rivolto ai preadolescenti.
Dentro un cammino di fede di cui essi sono sempre più protagonisti, scegliere di mettersi al servizio nella Chiesa non è una cosa scontata o una decisione da prendere a cuor leggero. Spesso la paura prende il sopravvento, li paralizza. Il senso di inadeguatezza anima i cuori di questi ragazzi che fanno fatica ad assumersi delle responsabilità. Il nostro arcivescovo li ha invitati a non avere paura e a vivere l’incontro e l’amicizia con Gesù, il quale è capace di vincere la paura, di vincere il senso di inadeguatezza che li abita. Egli infatti ci ama e invita a fare lo stesso. 
Papa Francesco, invece, durante l’udienza di mercoledì ha rivolto ai preadolescenti queste parole: «Sappiate testimoniare con entusiasmo e la generosità propria della vostra giovane età la fedeltà al Vangelo, seguendo sempre Cristo». Un invito forte a cui i ragazzi hanno deciso di aderire, consapevoli che, essere discepoli del Risorto, significa essere chiamati e mandati a dare la vita perché la vita di altri si accenda e prenda vita. 
Questi tre giorni vissuti con intensità sono allora il punto di partenza per questi ragazzi per poter vivere nella vita di ogni giorno come testimoni credenti e credibili della promessa di Dio che sempre si realizza per chi si lascia prendere e accompagnare in questo stupendo cammino di fede. 

Marco Eliseo (Seminarista)
 
 
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